Gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti possono perdere la qualifica tributaria di ente non commerciale per effetto di una interpretazione restrittiva del disposto del comma 4 dell’art 149 TUIR contenuta nella sentenza della Cassazione Civile Sezione V numero 526 pubblicata in data 14/01/2021.
Secondo la Corte, tale norma non introdurrebbe una presunzione assoluta di non commercialità per gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, ovvero non si configurerebbero come “enti non commerciali di diritto”, ma è necessario comunque applicare i criteri dell’art. 73 T.U.I.R., ovvero la verifica dello svolgimento o meno in via esclusiva o principale di attività commerciale.
Pertanto qualora un ente ecclesiastico svolgesse attività commerciale prevalente rispetto all’attività istituzionale nel corso di “vari anni” l’ente perderebbe la qualifica di ente non commerciale con tutte le implicazioni ai fini delle principali imposte quali le imposte sui redditi , sul valore aggiunto e sull’ imposta municipale propria.
Alla luce di tale interpretazione diventa pertanto necessario da parte degli enti ecclesiastici una attenta verifica della propria posizione tributaria.