Il volontariato di competenza consente ai lavoratori dipendenti del settore privato di svolgere attività di volontariato durante l’orario di lavoro, servendosi le competenze acquisite nel proprio percorso professionale e aziendale.
È fenomeno in forte crescita che si manifesta principalmente in quattro forme:
- Volontariato professionalizzante, rivolto a giovani quadri o esecutivi che svolgono periodi di volontariato presso enti non profit ed enti del Terzo Settore per acquisire maggiori competenze;
- Volontariato con valenza educativa, che vede i lavoratori impegnati con bambini e ragazzi;
- Volontariato di consulenza, in cui i volontari offrono consulenza agli enti non profit per la redazione di bilanci o altre attività specifiche;
- Volontariato di emergenza, in cui i volontari operano in situazione di emergenza nazionale.
Lo sviluppo di questa forma di volontariato è dovuto anche alle agevolazioni fiscali previste dall’articolo 100, comma 2, lett. i), del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che permette al datore di lavoro di dedurre, nel limite del 5 per mille dell’ammontare complessivo, le spese relative all’impiego di lavoratori dipendenti, così come risultano dalla dichiarazione dei redditi, per prestazioni a favore di ONLUS ed Enti del Terzo Settore. Per questi ultimi si attende ancora l’autorizzazione della Commissione Europea necessaria per rendere operativo il Titolo X del D.lgs. 3 luglio 2017, n. 117.
I lavoratori subordinati che intendano svolgere attività di volontariato in un ente del Terzo settore, ai sensi dell’art. 17, comma 6 bis, del Codice del Terzo Settore, hanno diritto di usufruire delle forme di flessibilità di orario di lavoro o delle turnazioni previste dai contratti o dagli accordi collettivi, compatibilmente con l’organizzazione aziendale.